Valutazione del rischio cardiovascolare correlato alla chirurgia extracardiaca
Ogni malato che debba essere sottoposto ad intervento chirurgico, va innanzitutto incontro ad una valutazione della capacità del suo organismo di tollerare l'intervento chirurgico senza conseguenze inaspettate o complicanze eccessivamente gravose.
L'apparato cardiovascolare ha un ruolo di primaria importanza in tale tipo di valutazione.
Per gli interventi chirurgici più banali è consuetudine consolidata accontentarsi per tale valutazione anche del solo ECG. Per tutti gli altri interventi la valutazione è più complessa ed articolata.
Il rischio del malato è correlato ovviamente da una parte al tipo di intervento chirurgico cui si deve sottoporre. Dall'altra alle sue condizioni preesistenti: in quale stato di salute giunge a tale intervento. Per quanto attiene l'apparato CV sono da considerare il rischio emodinamico; il rischio aritmico; il rischio ischemico o tromboembolico, da mettere in bilancia con l'opposto rischio emorragico.
Il ruolo del cardiologo non è quello di permettere o non permettere l'intervento chirurgico: piuttosto quello di informare chirurgo ed anestesista del tipo e del grado di rischio CV cui il malato è sottoposto. Solo loro è la competenza di valutare il rischio globale del malato, rischio di cui quello CV è solo un aspetto. Solo a loro - ed al malato stesso ovviamente - compete pertanto stabilire se l'intervento vada effettuato o meno.
Al Centro Chirurgico Toscano, la consulenza cardiologica termina con un giudizio di:
2014 ESC ESA Guidelines on non-cardiac surgery
Stent coronarici e chirugia extracardiaca
ICSI-PreoperativeEvaluation-2010
gestione perioperatoria per le procedure delle terapie antitrombotiche nell'urgenza